Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte a livello globale, e sono un problema di sanità pubblica con forti ripercussioni a livello sociale ed economico. Esse sono tra le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità

Appartengono alle malattie cardiovascolari le più frequenti patologie di origine arteriosclerotica, in particolare le malattie ischemiche del cuore (infarto acuto del miocardio e angina pectoris), e le malattie cerebrovascolari (ictus ischemico ed emorragico).

In Italia la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte, e rappresenta il 28% di tutte le morti, mentre gli eventi cerebrovascolari sono al terzo posto con il 13%, dopo i tumori.

Chi sopravvive a un attacco cardiaco diventa un malato cronico. La malattia incide negativamente sulla qualità della vita con notevoli costi per la comunità.

Secondo l’Istat in Italia la prevalenza di cittadini affetti da invalidità cardiovascolare è pari al 4,4 per mille. Il 23,5% della spesa farmaceutica italiana (pari all’1,34 del prodotto interno lordo), è destinata a farmaci per il sistema cardiovascolare (Relazione sullo stato di salute del Paese, 2000).

Le malattie cardiovascolari, inoltre, sono fra i maggiori fattori  delle malattie legate all’invecchiamento, che conducono a disabilita fisica e disturbi della capacità cognitiva.

Sebbene infarti e ictus siano i principali killer in tutte le parti del mondo, l’80% dei decessi prematuri per queste cause potrebbe essere prevenuto tenendo sotto controllo  i principali fattori di rischio modificabili  : tabagismo ( fumo di sigaretta ed altri prodotti del tabacco), abuso di alcol, alimentazione scorretta, sedentarietà e scarsa attività fisica, e quelli parzialmente modificabili sovrappeso ed obesità, ipertensione arteriosa, dislipidemie ( ipercolesterolemia e basso colesterolo HDL, trigliceridemia), diabete mellito.

Per quanto riguarda l’attività fisica, nonostante sia stato dimostrato il suo ruolo protettivo a tutte le età rispetto a numerose condizioni patologiche ed è una terapia a tutti gli effetti, si stima che il 28% della popolazione mondiale sia sedentario, soprattutto donne. Secondo i dati ISTAT relativi al 2019 in Italia la quota di sedentari è pari al 35,6% ed è maggiore nelle donne (39,5%) rispetto agli uomini (31,5%).

La prevenzione passa dunque attraverso l’adozione di comportamenti consapevoli e corretti stili di vita, che rappresentano l’arma più efficace per ridurre i casi di malattie cardiovascolari e morti cardiache improvvise.

Smettere di fumare, non eccedere con l’alcol, ridurre il sale nella dieta, aumentare il consumo di frutta e verdura, fare attività fisica regolare e adesione alla terapia farmacologica  in caso di diabete, ipertensione e dislipedemie, aiuta a ridurre il rischio cardiovascolare e prevenire attacchi cardiaci e ictus.

L’infarto non è mai un “fulmine a ciel sereno” ma è esattamente l’opposto: è solo il “gran finale” con talvolta “un’uscita di scena clamorosa” che può colpire anche i giovani ( cit. Prof. Riccardo Sarzani – Università Politecnica delle Marche).