Leggere bene le etichette sugli imballaggi di limoni, arance e mandarini e banane dove devono essere riportate indicazioni precise sugli eventuali agenti conservanti o sostanze chimiche utilizzate nei trattamenti effettuati sulla superficie esterna post raccolta come stabilito dalla Corte di Giustizia Europea a fine novembre 2014 ( il discorso non vale per i frutti a buccia sottile dove non esiste l’obbligo)

Questi agenti conservanti o altre sostanze chimiche (soprattutto antifungini) possono rappresentare un pericolo per la salute poiché la buccia viene utilizzata sia dalle imprese agro-­‐alimentari,, sia per uso domestico, per la produzione di marmellate, torte, liquori come il limoncello.

Anche al bar quando si ordina una spremuta c’è il rischio di bere conservanti.

Tra gli addittivi ci sono i derivati del petrolio come le paraffine e il polietilene, ma anche sostanze, come l’ortofenilfenato di sodio ( E232), il difenile (E230), l’otofenilfenolo (E231), l’ acido sorbico (E200) e il tiabendazolo (E 233), tossiche a certe concentrazioni.

Anche le “cere naturalii” (cera d’api E 901, gommalacca E904), usate come agenti di rivestimento possono dare reazioni allergiche.

A queste sostanze si aggiunge l’ IMAZALIL un fungicida che una volta applicato, si deposita sulla buccia . È tossico per inalazione e irritante per gli occhi. L’ EPA lo classifica come cancerogeno probabile ed ha stabilito un livello di tossicità equivalente di 6.1 x 10-2 mg/kg/day, quindi più pericoloso nei bambini per i quali ne bastano 1 mg scarso per avere effetti tossici.

È bene quindi leggere attentamente le etichette e scegliere prodotti biologici non trattati (anche se il rischio non è totalmente escluso)

È bene prediligere frutti di stagione poiché si riduce il rischio di frutti d’importazione senza controllo. Diffidare dei frutti con cartine, frutti con rametti o foglie ancora presenti che potrebbero essere trattati con difenile e frutti lucidi che indicano la presenza di difenile, cere lucidanti e Tiobendazolo.